La proposta progettuale nasce da un’analisi del suggestivo paesaggio che circonda le rovine dell’antica villa romana, antropizzato fin dall’antichità a scopi rurali-agricoli e fortemente caratterizzato dalla continuità dei vigneti, organizzati in filari e realizzati con esili strutture lignee verticali e orizzontali. I resti della Domus si trovano al limite tra urbano e rurale, tra l’area residenziale e i rilievi viticoli attraversati dalla Strada del Vino, in posizione sopraelevata e ben visibile dalla sottostante Via San Paolo, uno degli assi principali del nucleo antico, così come dall’altro versante della vallata. In dialogo con la spiccata orizzontalità del paesaggio, la facciata rivolta ad est si presenta come una linea, in cui il ritmo dei doppi pilastri lignei va a fondersi con la geometria dei vigneti. La facciata ovest, composita e permeabile, arretra rispetto alla strada e alle costruzioni limitrofe, relazionandosi con la scala e la frammentazione semi rurale dell’abitato circostante. Il lungo portico affacciato verso San Paolo, dispositivo architettonico di chiara risonanza classica, diventa terrazza pubblica aperta sul giardino, fruibile sia dalla comunità che dai visitatori, agendo come un dispositivo di controllo dell’illuminazione interna degli spazi espositivi e pergola panoramica. Doppi pilastri in legno di larice scandiscono l’orizzontalità dei portici che circondano le emergenti volumetrie dei due padiglioni espositivi
Il rivestimento esterno in listelli lignei orizzontali, disposti come le tradizionali scandole, protegge i pannelli strutturali interni e fa vibrare le facciate con il movimento della luce. Una dolce scalinata delimitata da piante consente a chi arriva dalla Strada del Vino di accedere al museo da ovest, segnando la prospettiva privilegiata del sito sul territorio. All'interno dei padiglioni i percorsi si svolgono su leggere passerelle metalliche sospese, accuratamente posizionate per facilitare la comprensione storiografica e volumetrica degli ambienti della Villa. Una terrazza pubblica all'aperto e il pergolato del viridarium rampicante, un giardino luminoso e rustico, in stretto rapporto con i vigneti e la vallata, delimitano le estremità nord e sud. Adiacente all'area dei mosaici una piccola sala espositiva ospita proiezioni, piccole mostre e pannelli informativi. Il progetto si presenta come una struttura essenziale e silenziosa. La nuova copertura non è un semplice involucro ma grazie alla sua delicata geometria interagisce con il territorio e l'antico abitare. Due i gesti: l'orizzontalità delle coperture, protezione dei preziosi scavi archeologici e la verticalità dei pilastri lignei, elementi in relazione con il ritmo del paesaggio viticolo circostante.